Il motivo di questo nome deriva dal fatto che subito prima dell’uscita dall’Egitto, il 10 di Nissan, venne comandato al popolo d’Israele di prendere un agnello o un capretto da offrire come korban Pesach (sacrificio pasquale) la vigilia di Pesach (Shemot 12, 3-13).
L’uscita dall’Egitto avvenne la sera del 15 di Nissan che era un giovedì (Seder Olam, 5) e quindi il 10 di Nissan era Shabbat.
Dopo aver preso gli agnelli o i capretti, gli ebrei li condussero nelle proprie abitazioni e li legarono al letto. Gli egiziani chiesero cosa stessero facendo e la risposta fu che Ha-Kadosh Baruch-Hu aveva comandato di offrirli come sacrificio. Sentendo che intendevano sacrificare il proprio dio, gli egiziani digrignarono i denti, ma non poterono far nulla. E per il fatto che venne loro miracolosamente impedito di reagire, chiamiamo lo Shabbat che precede Pesach, Shabbat Ha-Gadol (Tur 430, 1; Kol-Bo 47; Shibole’ Ha-Leket 205). [1]
Innanzitutto non è chiaro cosa stupì così tanto gli egiziani. In fin dei conti era da oltre due secoli che gli ebrei vivevano in Egitto e si cibavono delle divinità egizie (agnelli e capretti), cosa abominevole per gli egiziani. [2] Perchè scandalizzarsi con due secoli di ritardo?
Lo Zohar spiega che la risposta degli ebrei fu un po’ più articolata rispetto a quanto detto finora. Essi spiegarono agli egizi che non stavano semplicemente cibandosi di agnelli e capretti come avevano sempre fatto, ma si trattava di un comandamento di Ha-Kadosh Baruch-Hu che aveva uno scopo ben preciso: l’agnello era la divinità principale nell’astrologia egiziana; sacrificando agnelli e capretti in questo mondo “inferiore”, veniva uccisa la divinità egizia corrispondente nei mondi “superiori”. Un vero e proprio affronto! (Zohar, Bo 39b; Bach, Tur 430, 1).
Ma qual è il signicato di tale comandamento, che tra l'altro è il primo comandamento compiuto collettivamente dal popolo d’Israele? Il midrash spiega che la maggior parte del popolo d’Israele in Egitto era idolatra e l’offerta del korban Pesach, il cui processo iniziò con la presa degli agnelli e capretti, costituiva l’abbandono dell’idolatria e la trasformazione della divinità stessa in un sacrificio offerto ad Ha-Kadosh Baruch-Hu, santificandone il nome (Kiddush HaShem) agli occhi degli egiziani. Si trattò di un passaggio drastico da idolatri schiavi del Faraone a servitori di Ha-Kadosh Baruch-Hu. Un passo necessario per “meritare” l’uscita dall’Egitto (Mechilta, Bo 11; Rashi, Shemot 12, 6).
Resta ancora da spiegare perchè gli egiziani si rivolsero agli ebrei chiedendo cosa stessero facendo dato che, come abbiamo visto, apparentemente compivano un’attività che avevano compiuto pubblicamente per centinaia d’anni. Inoltre, ogni altro avvenimento miracoloso avvenuto nella storia del nostro popolo viene ricordato e celebrato la data stessa in cui è avvenuto. [3] Perchè in questo caso invece di ricordare tale miracolo il 10 di Nissan, esso viene celebrato lo Shabbat precedente Pesach a prescindere dalla data in cui cade? [4]
Secondo Rav Mordechai Yaffe (1530-1612, noto come Baal haLevush o Levush) il motivo per cui il miracolo viene ricordato di Shabbat e non il 10 di Nissan è perchè esso avvenne grazie all’osservanza dello Shabbat. Gli egiziani sapevano che gli ebrei osservavano lo Shabbat (Shemot Rabba 1, 28) [5] ed erano stupiti dal fatto che in questa occasione, in apparente violazione dello Shabbat, si occupassero attivamente degli animali. Fu questo il motivo per il quale chiesero agli ebrei cosa stessero facendo. Cui seguì la risposta e il miracolo che abbiamo visto. E dato che è grazie all’osservanza dello Shabbat che avvenne il miracolo, è opportuno fissare tale data proprio di Shabbat (Levush, Orach Chaim 430, 1).
Di miracoli però ne abbiamo visti tanti, in particolare nella generazione dell’uscita dall’Egitto. Perchè ricordare proprio questo miracolo e non un altro? [6] Perchè D-o comandò di prendere gli animali per il korban Pesach proprio di Shabbat? Che collegamento c’è tra lo Shabbat e l’uscita dall’Egitto? E come comprendere che gli ebrei in Egitto erano idolatri, ma osservavano lo Shabbat?
Si può forse dire che fino a quel punto l’osservanza dello Shabbat fosse solo in “ricordo” della creazione del mondo (Shabbat Bereshit). Gli ebrei avevano infatti coscienza dell'evidente verità che D-o è il Creatore del mondo, ma non avevano coscienza del fatto che fosse coinvolto nella storia e nei destini del mondo e del popolo ebraico in particolare.
Ritenendo che le forze del mondo fossero indipendenti da D-o, le consideravano divinità così come gli egiziani e gli altri pagani.
Attraverso il miracolo degli agnelli essi videro in modo chiarissimo la “mano di D-o” all’opera e si potè così risvegliare in essi la comprensione che D-o non è solo il Creatore, ma anche il Gestore del mondo. Da quel momento in poi lo Shabbat divenne anche una testimonianza del ruolo di Ha-Kadosh Baruch-Hu nella gestione del mondo. [7]
L’osservanza non puramente meccanica dello Shabbat, ma accompagnata dalla profonda comprensione del ruolo di D-o nelle nostre vite permise al popolo d’Israele di staccarsi dall’idolatria e di divenire servitori di Ha-Kadosh Baruch-Hu meritando che la presenza Divina (Shechinà) si posasse si di loro (Or HaChaim, Shemot, 12, 3). [8]
Pesach è proprio la festività in cui si celebra questa emunà (fede) che accomuna lo Shabbat all’uscita dall’Egitto. Attraverso il miracolo degli agnelli esso divenne un vero Shabbat, “ricordo” dell’uscita dall’Egitto. [9] Si tratta di uno Shabbat superiore allo Shabbat Bereshit e pertanto viene chiamato Shabbat Ha-Gadol (Chidushei Hagahot, Maharl’a). [10]
Ma se i nostri antenati in Egitto rispettavano lo Shabbat, come è possibile prendere gli agnelli, portarli a casa e legarli al letto senza trasgredire lo Shabbat? Se si prende un animale per strada e lo si porta nella propria casa si rischia di compiere una serie di attività proibite di Shabbat, tra le quali: intrappolare (zedà), acquistare (kinian) e effettuare compravendite (masà u-matan), trasportare in un dominio pubblico (tiltul be-reshut ha-rabim) e introdurre in un dominio privato (oza’a), muovere un oggetto proibito (mukze) e fare un nodo (kosher).
Se si conoscono le regole dello Shabbat è possibile compiere tale attività senza trasgredire nessuna melachà (attività creativa primaria proibita dalla Torà) nè sh’vut (attività proibita dai nostri Maestri con l’autorità impartita dalla Torà stessa). Vediamo per sommi capi come.
Zedà (intrappolare). Dato che la melachà di zedà consiste principalmente nel limitare la libertà di un animale libero, essa non si applica ad animali che sono già abituati a stare sotto il dominio dell’uomo. Pertanto è permesso condurre animali addomesticati (come ad esempio pecore) nella propria abitazione e intrappolarli (per esempio fissandoli al letto). (Mishnà Berurà 316, 59). Gli animali rimangono però mukze e non è permesso spostarli.
Kinian (acquistare). È proibito effettuare un kinian (acquisto, presa di possesso) di Shabbat anche se ciò non comporta un pagamento. È possibile rimediare a questo problema acquistando gli animali prima di Shabbat. Nel nostro caso ciò sarebbe possibile dato che il comandamento era già noto a Rosh Chodesh. E comunque dato che gli ebrei erano pastori non è detto che ci fosse bisogno di acquistarli. In un luogo dove c’è un eruv è permesso prendere da un negoziante non ebreo degli oggetti che servano per lo Shabbat (resta da vedere se i “nostri” agnelli siano considerati necessari per lo Shabbat) senza però menzionare le parole “acquisto” o “vendita”. (Shmirat Shabbat Ke-Ilchatà nuova ed. 29, 17-18). Inoltre è permesso acquistare (kinian) oggetti che non abbiano un padrone (hefker). (Shmirat Shabbat Ke-Ilchatà nuova ed. 29, 32).
Oza’a (trasportare). Per quanto riguarda il trasporto degli animali, un eruv non aiuterebbe, perchè gli animali rimangono comunque mukze e non è permesso spostarli. Anche in assenza di eruv è permesso invece indirizzare gli animali verso la propria abitazione e farli entrare senza prenderli in mano o spingerli. (Shmirat Shabbat Ke-Ilchatà nuova ed. 20, 41; 27, 20 e 27, 35).
Kosher (annodare). Secondo Prisha (Orach Chaim 430, 1) fu proprio questa melachà che causò il miracolo menzionato da Rav Mordechai Yaffe. Gli egiziani sapevano infatti che è proibito agli ebrei fare un nodo di Shabbat, ma non sapevano che vi è una differenza tra un nodo permanente (che è proibito compiere di Shabbat) e un nodo non permanente (che in alcune circostanze è permesso compiere di Shabbat). [11] Alternativamente gli animali potevano semplicemente essere agganciati al collare (nel caso l’avessero) con un gancio o un moschettone.
Mukze. Gli animali sono considerati mukze mechamat gufo perchè non sono utilizzabili di Shabbat e non possono essere spostati con le mani. Ciò vale anche per gli animali domestici (Orach Chaim 308, 39). È possibile invece indirizzarli verso la propria abitazione e farli entrare senza prenderli in mano o spingerli. Vedi anche Pri Megadim – Mishbezot Zaav (430, 1) .
Michele Cogoi
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Note
[1] Vedi anche Ghemarà Shabbat (87b). Tosafot (Ve-oto yom) spiega il miracolo in modo diverso: gli ebrei presero il korban pesach il 10 di Nissan. Immediatamente i primogeniti egizi si riunirono e chiesero ad Israele cosa stessero facendo. Gli ebrei spiegarono che con il korban pesach verranno uccisi i primogeniti degli egiziani. Questi si rivolsero al Faraone per chiedere che lasciasse andare il popolo d’Israele, ma non ottennero alcun risultato. Scoppiò una guerra civile e morirono molti primogeniti ed egiziani com’è scritto “HaShem colpì Mizraim con i suoi primogeniti” (Hallel di Pesach, Tehillim 136, 10). Ovvero i primogeniti furono quelli che colpirono e non le vittime (Levush). Così spiegano il passuk Rashi e Mezudat David.
[2] E proprio per questo motivo, all’arrivo di Yaakov Avinu in Egitto con i popri figli (210 anni prima dell’uscita dall’Egitto) erano stati invitati a stabilirsi “in periferia” a Goshen (Bereshit 46, 31-34; Rashi in loco).
[3] Il korban Pesach venne macellato solo quattro giorni dopo e consumato (con matzà e maror) il giorno successivo; e durante tutto questo periodo gli egiziani miracolosamente non reagirono all’affronto. Non sarebbe più corretto ricordare come miracolosi tutti i giorni che vanno dal 10 al 14 di Nissan? La riposta è che il vero miracolo avvenne il primo giorno nel quale gli egiziani non reagirono al palese affronto. L’assenza di reazione nei giorni successivi è meno eclatante (Bet Yosef in loco).
[4] Una risposta è che il 10 di Nissan era un giorno di digiuno per la morte di Miriam (Shulchan Aruch, Orach Chaim 580, 2) e non si volle che diventasse un giorno di gioia (Taz, Shulchan Aruch, Orach Chaim 430, 1). Un’altra risposta è che, nella generazione successiva all’uscita dall’Egitto, il popolo d’Israele attraversò il Giordano che miracolosamente si aprì proprio il 10 di Nissan (Yehoshua 4, 19) e non si volle che tale miracolo offuscasse il precedente. Dato che il miracolo del korban Pesach avvenne di Shabbat e l’attraversamento del Giordano no, si optò quindi per lo Shabbat anzichè il 10 di Nissan per indicare chiaramente quale miracolo si celebra (Bach, Tur, Orach Chaim 430, 1). Resta comunque ancora da capire perchè, per ovviare a questi problemi, non si decise piuttosto di spostare la data della celebrazione ad un giorno successivo come avviene in altri casi.
[5] Già Avraham Avinu rispettava tutta la Torà incluse le mitzvot derabbanan (comandate dai Maestri). Vedi Yoma (28, b). Per quanto riguarda il rispetto dello Shabbat prima che venisse data la Torà vedi Sanhedrin (56, b).
[6] Una spiegazione simile a quella del Levush risponde a questa domanda. Gli egiziani volevano combattere contro il popolo d’Israele per vendicare l’affronto subito. Gli ebrei avrebbero vinto, pochi contro molti, sul campo di battaglia. E sarebbe stato un miracolo nascosto (nes nistar). Ma difendere la propria vita sul campo di battaglia avrebbe comportato una violazione, pur legittima, dello Shabbat. L’amore per lo Shabbat era così forte che doleva molto agli ebrei doverlo violare. Per rispettare questo volere HaShem mandò un miracolo evidente (nes mefursam) che impedì agli egizi di combattere (Kelbon Ha-Shekel).
[7] L’atto di sacrificare gli agnelli e i capretti ha un significato simbolico atto a dimostrare che anche il mazal dell’agnello, che nell’astrologia egiziana rappresentava la divinità principale, doveva sottostare al volere di D-o, come è scritto “gli astri seguono il volere di D-o” (Daniel 4, 32). E gli ebrei dovevano rendere pubblico agli occhi degli egiziani questo principio. (Kelbon Ha-Shekel). E dato che tale mazal è dominante nel mese di Nissan, si voleva dimostrare che il popolo d’Israele non uscì dall’Egitto grazie al volere degli astri, ma per volere di Ha-Kadosh Baruch-Hu (Ramban, Shemot 12, 3).
[8] Inoltre con il comandamento di prendere gli agnelli Moshè Rabbenu spiegò i “segreti” del korban Pesach come modo per abbandonare l’avodà zarà (idolatria) e divenire servitori di HaShem. Ed è lo Shabbat, giorno in cui siamo dotati di anima supplementare, il giorno ideale per comprendere la Torà. (Drisha). Ed è usuale che il Rav faccia una derashà importante durante questo Shabbat in cui si spiegano le halachot di Pesach.
[9] Nel testo del kiddush del venerdì sera, oltre a menzionare che lo Shabbat è zikkaron le-maase’ bereshit (“ricordo” della creazione) si menziona che esso è anche techila le-mikrae’ kodesh (prologo delle convocazioni sante, ovvero i moadim) e zecher liziat mizraim (“ricordo” dell’usicita dall’Egitto). Vedi anche nota successiva.
[10] Perchè proprio il nome Ha-Gadol? Riguardo alla Redenzione Finale è scritto: “D-o è riconosciuto in Yehudà; grande (gadol) è il Suo Nome presso [il popolo] d’Israel” (Tehilim 76, 2). “Sarò reso grande, santo e Mi farò conoscere agli occhi di molte nazioni; sapranno allora che sono HaShem” (Yechezqel 38, 23). (Drisha). Inoltre sia lo Shabbat che Yom Tov sono chiamati Shabbat dato che entrambi sono dotati di kedushà. Ma la kedushà dello Shabbat è superiore a quella di Yom Tov. E pertanto subito prima della prima festività (Yom Tov) è stato fissato uno Shabbat con il nome di gadol (grande) per indicare che esiste uno Shabbat katan (piccolo) con una kedushà inferiore, che è il Yom Tov di Pesach che lo segue (Chochmat Shlomo).
[11] È proibito anche compiere un nodo semplice che rimanga annodato per oltre 24 ore (Orach Chaim 317, 1). Secondo alcuni tale periodo è di 7 giorni. Ma si segue la prima opionione salvo in caso di mitzvà, come nel nostro caso (Shmirat Shabbat Ke-Ilchatà nuova ed. 15, 55). È possibile comunque che gli animali venissero slegati prima che fossero passate 24 ore, per esempio per uscire di casa per mangiare o per ogni altra necessità. Vedi anche Elia Zuta, Malbushe’ Yom Tov e Elia Rabba.