martedì 24 gennaio 2012

RICONOSCENZA

Durante le prime due piaghe (dam / sangue e tzefardea / rane) è Aron Ha-Kohen e non Moshè Rabbenu a prendere il bastone e a stendere il braccio sul Nilo per dare inizio alla piaga. Non era infatti appropriato che Moshè Rabbenu percuotesse le acque del fiume che l'aveva salvato subito dopo la nascita (vedi Rashi, Shemot 7, 19).

Lo stesso discorso vale per la terza piaga (kinnim / pidocchi) in cui non era appropriato che Moshè Rabbenu percuotesse la sabbia che aveva coperto il corpo dell'egiziano che aveva ammazzato per salvare un ebreo (vedi Rashi, Shemot 8, 12).

Da questi episodi si impara che se la Torà mostra gratitudine per un essere inanimato a maggior ragione si deve provare gratitudine e rispetto per un essere umano.

Il problema è però che mentre il Nilo ha effettivamente salvato Moshè Rabbenu, altrettanto non si può dire per la sabbia. Il fatto non viene per nulla "insabbiato" tanto che lo viene a sapere il Faraone il quale vuole ammazzare Moshè Rabbenu che è costretto a scappare dall'Egitto per salvarsi. La sabbia non è stata quindi di grande aiuto.

Da qui si impara che si deve essere grati non solo per chi ci fa del bene, ma anche per chi vuole e prova farci del bene, ma non ci riesce.

Le-yilui nishmat immì moratì Miriam bat Akiva

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