giovedì 3 febbraio 2011

Q&A: DEVO BERE IL VINO DEL KIDDUSH?

DOMANDA. Devo bere il vino del kiddush anche se non mi piace? Nel caso in cui sia obbligatorio, basta solo assaggiarlo? In alternativa, posso bere il succo d'uva?

RISPOSTA. L'obbligo di recitare il kiddush della sera e del giorno (sia a Shabbat che a Yom-Tov) si applica a uomini, donne e bambini. (Shmirat Shabbat Ke-Ilchata 47, 6-7)

Per chi recita. Si deve fare il possibile per utilizzare un vino di buona qualità (in generale è preferibile che sia rosso) (Shmirat Shabbat Ke-Ilchata 47, 17). Il kiddush va recitato su un bicchiere pieno che contenga almeno un revii't (vedi link) di vino (Shmirat Shabbat Ke-Ilchata 47, 9). Se a chi recita il kiddush non piace il vino, si può utilizzare succo d'uva (Shmirat Shabbat Ke-Ilchata 53 - 2). Affinchè il kiddush sia valido, chi lo recita deve bere una quantità di vino (o succo d'uva) detta “ki-melò lugmav”, equivalente ad una guancia piena (mezza bocca). Tale quantità è individuale e dipende dalla grandezza della bocca dell'individuo. (Shemirat Shabbat Ke-Ilchata 48, 9)

Se a chi vuole recitare il kiddush non piace nè il vino nè il succo d'uva (o il medico non permette di berli) è preferibile far recitare il kiddush a qualcun'altro. Se si può bere solo un po' di vino o succo d'uva, anche se è preferibile che lo reciti qualcun'altro, è possibile recitarlo, bere un sorso e dare da bere il ki-melò lugmav ad un commensale. Se non si è bevuta (neanche colletivamente) la quantità di ki-melò lugmav il kiddush non è valido e si è detta una berachà in vano. (Shemirat Shabbat Ke-Ilchata 48, 14)

Venerdì sera. Se non vi è nessuno a cui piace il vino o il succo d'uva il kiddush va recitato con il pane nel modo descritto qui. (Shemirat Shabbat Ke-Ilchata 53, 4 e succ.)

Shabbat a pranzo. A differenza del venerdì sera, anche nel caso in cui il vino (o succo d'uva) sia disponibile o piaccia (e a maggior ragione se non piace o il medico non permette), è possibile recitare il kiddush su brandy, whisky o un altro liquore simile, purchè sia consuetudine berlo come bibita importante (“chamar medina”) nel paese in cui lo si recita. Per chi non può bere alcolici nè succo d'uva, si può recitare il kiddush con del latte, con del caffè o un te con lo zucchero. Solo in assenza di tutte queste alternative si può utilizzare il pane. (Shemirat Shabbat Ke-Ilchata 53, 9 e succ.)

Per chi ascolta. La mitzvà del kiddush si applica anche ai commensali. Bisogna che chi recita il kiddush abbia intenzione di recitarlo anche per chi ascolta, e chi ascolta intenda compiere la mitzvà ascoltandolo (Shmirat Shabat Ke-Ilchata 47, 32). Dopo che la persona che ha recitato il kiddush ha bevuto, è bene che tutti i presenti per i quali si è recitato il kiddush, assaggino il vino (o il succo d'uva) dal bicchiere del kiddush. È sufficiente bere un sorso. Se si preferisce, vi sono forti basi halachiche per permettere di versare il vino (o il succo d'uva) nei bicchieri dei commensali (Shemirat Shabbat 48, 11). Si veda qui per la procedura corretta.

Va notato che, anche se è buona pratica, non è necessario che i commensali bevano il vino (o il succo d'uva). Purchè abbiano ascoltato il kiddush e chi recita abbia bevuto la quantità di “ki-melò lugmav”, essi hanno compiuto la mitzvà. (Shemirat Shabbat Ke-Ilchata 48, 14)

Vino solo durante il pasto. Chi non vuole bere vino a stomaco vuoto, ma lo vuole bere durante il pasto, se non ha bevuto per niente al momento del kiddush deve ripetere la berachà sul vino prima di berlo, anche se ha già detto l'hamotzì. Inoltre, se non si beve al momento del kiddush, non ha alcun effetto avere in mente di coprire con la berachà del kiddush il vino che si berrà durante il pasto.

Per approfondimenti sulle halachot del kiddush vedi link.

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