domenica 17 luglio 2011

IL SIGNIFICATO DEL BRIT MILÀ

La proposta di indire un referendum per proibire la circoncisione a San Francisco ha destato l'attenzione dei media su uno dei "più antichi riti ebraici". È interessante notare che una delle idee esperesse a riguardo è stata: "I bambini nascono perfetti. Perchè c'è bisogno di correggere la natura?"

Questo pensiero riassume bene la posizione dei seleucidi, gli invasori greci che proibirono il brit milà (circoncisione) all'epoca dei miracoli di Hanukkà. I greci adoravano la natura, corpo umano incluso. Studiavano la natura derivando regole di simmetria che tentarono di incorporare nella loro arte.

Non comprendevano però che la natura può essere considerata un materiale "grezzo" che può essere trasformato in partnership con il Creatore. Il concetto che non c'è mitzvà che non abbia il potere di techiat ha-metim (far rivivere i morti) diventa chiaro se si comprende che la mitzvà è un atto di trasformazione della natura e del suo corso. Per noi, la perfezione fisica è ottenibile solo con un'alterazione positiva e creativa del corpo "naturale". È solo dopo il brit milà che Avraham Avinu viene considerato tamim, completo o perfetto (Bereshit 17, 1).

Per la Torà la natura non è un sistema chiuso in se stesso. Piuttosto, ogni aspetto della creazione ha la ben precisa funzione di mettere l'individuo in relazione con il Creatore. Per questo un brit ("patto o alleanza divina") è sempre effettuato con un taglio. Nel caso del brit milà si tratta di un taglio effettuato da una delle parti del patto. E il taglio esprime il senso di incompletezza che deriva dal non avere un collegamento con la controparte di tale patto, Ha-Kadosh Baruch-Hu.


Questo concetto non era alla portata dei greci. Il coinvolgimento dei loro dei con la vita umana era nel migliore dei casi capriccioso e nel peggiore nocivo. Quindi era preferibile evitare la loro attenzione.

Si tratta di una visione che sta agli antipodi di quella ebraica, in cui D-o, grazie alla Sua benevolenza, ha creato l'intero universo come un sistema complesso e interrelato, il quale attende solo che l'uomo ne ricomponga le diverse parti ricollegandole con il Creatore.

Un concetto che a San Francisco i "greci" di oggi non possono comprendere.

Adattato da un articolo di Rav Yonoson Rosenblum, Mishpacha Magazine n. 367

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Un'iniziativa di mikeamchaisrael.blogspot.com in esclusiva per il mondo ebraico italiano

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