mercoledì 28 luglio 2010

9.9 MANGIARE E BERE PRIMA DEL KIDDUSH

È proibito mangiare o bere (anche solo acqua) prima di aver recitato il kiddush della sera e del mattino di Shabbat e di Yom-Tov (salvo l'eccezione che vedremo più avanti). Ciò vale sia per gli uomini che per le donne.

Se si devono prendere delle medicine prima del pasto è permesso farlo anche bevendo dell'acqua, ma non altri tipi di bibite.

La sera, il divieto di mangiare e bere inizia dal momento in cui si riceve lo Shabbat prima del tramonto del sole (“shkiat ha-chamma”) o al più tardi al tramonto nel caso in cui non lo si sia esplicitamente accettato. Abbiamo visto che la donna normalmente accetta lo Shabbat al momento dell'accensione dei lumi. [32]

Al mattino presto prima di aver recitato la tefillà è permesso bere acqua, te o caffè senza zucchero, senza bisogno di recitare il kiddush. Si può anche mettere una zolletta di zucchero in bocca mentre si beve il te o il caffè. C'è chi usa mettere zucchero e/o latte nel caffè o nel te dato che, per costoro, ciò aiuta la concentrazione durante la tefillà. [33]

La proibizione di mangiare e bere prima di aver detto il kiddush del giorno inizia dopo aver recitato la tefillà di shachrit (già prima della tefillà di musaf). [34] Se si ha bisogno di mangiare prima di mussaf (per esempio perchè si è molto deboli), è preferibile recitare il kiddush prima di mangiare. Bisogna bere un revi'it di vino [35] e mangiare una misura di almeno un ke-zait [36] di pane, torta o biscotti.

Nel caso in cui non ci sia del vino, si può mangiare frutta o non più della misura di ka-beitzà [37] di torta o biscotti senza recitare il kiddush.

Se si è recitato il kiddush prima di mussaf è bene ripeterlo dopo mussaf subito prima del vero e proprio pasto di Shabbat. (S) Secondo Chidà, Kaf Ha-Chaim e Rav O. Yosef shlit'a è necessario (e non solo "bene") ripetere il kiddush dopo mussaf.

È permesso dare da mangiare o bere ad un minore sotto i 13 anni (12 per le bambine).

Note
[32] Per i sefarditi è opportuno che l'accettazione sia esplicita. Per approfondimenti vedi i capitoli 6.1 e 8.6.
[33] Si tratta di una regola generale che vale anche durante gli altri giorni. Essa prescrive che non è permesso occuparsi delle proprie faccende (incluso quindi mangiare) prima di aver recitato la tefillà del mattino.
[34] Un malato che debba mangiare prima della tefillà di shachrit cibi cotti i cui ingredienti sono una delle cinque specie di graminacee, deve recitare il kiddush. Se ha bisogno di mangiare altri cibi quali la frutta, non ha bisogno di recitare il kiddush. In questi casi è opportuno che prima di mangiare o di dire il kiddush reciti le birchot ha-Torà e il primo paragrafo dello Shemà. Se non si è in grado di attendere la conclusione della tefillà al bet ha-kenneset e non si ha bisogno di mangiare immediatamente è preferibile recitare le tefillot a casa, recitare il kiddush, mangiare (fino a un ka-beitzà di pane, torta o biscotti e frutta quanta si vuole, ma non consumare un vero e proprio pasto) e recarsi al bet ha-kenesset per sentire kaddish, Barechù, kedushà e la lettura della Torà.
[35] Se si bevesse solo un ki-melò lugmav ci si metterebbe in una situazione in cui si è in dubbio se si debba recitare la berachà di me-ein shalosh dopo aver bevuto il vino (e quindi tale berachà non andrebbe recitata). Non è però corretto mettersi in tali situazioni di dubbio e pertanto bisogna bere un revi'it e poi recitare la berachà me-ein shalosh sulla torta e sul vino. Inoltre, è preferibile bere un revi'it in aggiunta al ki-melò lugmav.
[36] Le due misure comunemente accettate sono 49.8 cc e 28.8 cc.
[37] Tale misura corrisponde a due ke-zait.

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