domenica 14 marzo 2010

UN NUOVO MESE... UN NUOVO MONDO!

Pesach è un periodo di grandi cambiamenti. In un batter d'occhio i nostri padri lasciarono la schiavitù d'Egitto per intraprendere il più straordinario viaggio nella storia dell'umanità. In pochi giorni passarono dalla condizione umana più infima ad assaporare la libertà improvvisa assistendo ai più incredibili miracoli avvenuti nel deserto, culminati con la rivelazione della Torà sul monte Sinai.

Dopo la dettagliata descrizione di nove delle dieci piaghe e subito prima della vera e propria uscita dall'Egitto, troviamo il comandamento dato al popolo d'Israele di santificare il nuovo mese (Shemot 12: 2). Questo comandamento sarà osservato quando Am Israel entrerà in Eretz Israel: spetta al Bet Din (tribunale rabbinico) stabilire l'inizio di ogni mese dell'anno sulla base della testimonianza oculare del novilunio [e dopo la distruzione del Bet Ha-Mikdash segue il calendario fissato da Hillel Ha-Nassì nel IV sec.]. D'ora in poi il mese di Nissan è il primo mese dell'anno.

Ma perchè la mitzvà di santificare il nuovo mese si trova proprio a questo punto della narrativa biblica? I nostri padri avevano così tanta fretta di andarsene che solo pochi giorni dopo non ebbero nemmeno tempo di far lievitare il pane. Perchè non attendere ancora un po' e rivelarlo assieme agli altri comandamenti sul monte Sinai?

La domanda diventa ancor più interessante se prendiamo in considerazione il famoso commento di Rashi al primo versetto della Torà. Basandosi probabilmente sul principio secondo il quale la Torà non è obbligata a seguire un ordine strettamente cronologico, Rashi si domanda perchè la Torà, invece di incominciare con il racconto della creazione, non incomincia con il comandamento della santificazione del nuovo mese.

Tra parentesi, Rashi spiega che l'unico motivo per cui la Torà inizia con la creazione è che un giorno le genti del mondo contesteranno il nostro diritto alla Terra d'Israele e risponderemo loro che il mondo è stato creato da D-o ed Egli ha il diritto di ripartirlo come meglio crede. [Sembra che tale periodo sia giunto proprio ai nostri giorni... quasi mille anno dopo la previsione di Rashi].

Altrettanto famoso è il commento di Ramban (Nachmanide) attraverso il quale chiariamo il commento di Rashi: il libro di Bereshit (Genesi) contiene principi fondamentali della nostra fede quali la creazione del mondo e le vite dei patriarchi. Inoltre nel primo libro della Torà vi sono comandamenti fondamentali quali il brit milà (circoncisione) già dati ad Avraham Avinu. Rashi ritiene forse che questi aspetti siano di secondaria importanza?

Ceramente no. Rashi intende forse che la Torà dovrebbe cominciare con la mitzvà della santificazione del nuovo mese e poi procedere con il racconto della creazione e le vite dei patriarchi. Ma cos'ha di così speciale questa mitzvà?

La sua unicità è costituita dal fatto che una volta che la facoltà di stabilire il calendario viene data al popolo ebraico, le festività non cadono più secondo eventi puramente astronomici, ma secondo il calendario stabilito dagli esseri umani. La Torà ci proibisce di mangiare chametz (cibo lievitato) a Pesach e di non mangiare del tutto a Yom Kippur. Eppure, in un certo senso, spetta al Bet Din decidere se queste festività cadranno il martedì, il mercoledì o un altro giorno della settimana.

Mentre prima di questo momento è solo D-o a decidere quando un periodo è kadosh (santificato, destinato ad un uso particolare), d'ora in poi questa facoltà viene trasferita al popolo d'Israele. E tale facoltà va ben al di là dello stabilire il calendario. La capacità di santificare il mondo costituisce uno dei motivi principali per cui la Torà ci chiama kedoshim.

Se andiamo più in profondità, comprendiamo che la mitzvà di santificare il nuovo mese costituisce un nuovo inizio per quanto riguarda il modo in cui è gestito il mondo. Fino a questo momento il mondo è il mondo di Bereshit. Dato che la Torà non è ancora stata data, Israele (come individui e popolo) vivono esclusivamente grazie al Chesed (misericordia) di D-o. Tutto il bene e la benedizione vengono elargiti dall'Alto a prescindere dal comportamento di Israele.

Dal momento in questa mitzvà viene data al popolo d'Israele il modo in cui Ha-Kadosh Baruch-Hu (D-o) gestisce il mondo dipende dal nostro comportamento. In altre parole, se Am Israel studia Torà e osserva le mitzvot, la berachà (benedizione) “scende” da Ha-Kadosh Baruch-Hu in questo mondo. Il mondo è il mondo della Torà e le chiavi sono nelle mani del popolo d'Israele.

Possiamo così comprendere perchè il racconto dell'uscita dall'Egitto viene interrotto per darci il comandamento di santificare il nuovo mese e come mai Rashi si chiede perchè la Torà non incomincia proprio con questa mitzvà. Il comandamento di santificare il nuovo mese precede tutte le altre mitzvot in quanto costituisce la base del nostro servizio divino e della nostra osservanza. Questa mitzvà dà senso all'uscita dall'Egitto, alla rivelazione della Torà e allo stabilirsi in Eretz Israel.

Va però notato che gli uomini non hanno voce in capitolo nello stabilire quando cade lo Shabbat. Ogni sette giorni, da quando è stato creato il mondo, quando arriva lo Shabbat ci viene ricordato che la fonte ultima di kedushà e benedizione rimane sempre e comunque Ha-Kadosh Baruch-Hu.

Se ci soffermiamo a riflettere sul significato di quanto detto, dovremmo essere colpiti nel più profondo rendendoci conto del grandissimo onore e fiducia datici da Ha-Kadosh Baruch-Hu nell'averci scelto per questo elevatissimo compito. E dovremmo tremare e trepidare prendendo atto dell'enorme responsabilità dataci nel compiere le mitzvot nel modo corretto.

Una volta compreso questo concetto, Pesach non è più il giorno in cui si celebra semplicemente il ricordo dell'avvenuta libertà nazionale, ma il giorno in cui prendiamo coscienza, attraverso il racconto dell'uscita dall'Egitto, dell'unicità del rapporto tra D-o e Am Israel. Ogni anno quando celebriamo Pesach, riaffermiamo nel modo più sentito che siamo liberi di essere... servitori; servitori del Re del mondo.

Con i nostri migliori auguri per un Pesach kasher ve-sameach.

Michele e Daniele Cogoi
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Un'iniziativa di mikeamchaisrael.blogspot.com per il mondo ebraico italiano

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