mercoledì 20 gennaio 2010

8.3 DOVE ACCENDERE

Abbiamo già menzionato nell'introduzione che i lumi dello Shabbat vanno accesi presso il tavolo su cui si consuma la cena dello Shabbat e che la berachà va detta con questa accensione. [16]
Il modo corretto di compiere la mitzvà è di utilizzare dei lumi che ardano fino al termine della cena. Come minimo essi devono ardere fino alla recitazione del kiddush e all'inizio del pasto. Se si accendono dei lumi che ardono per poco e dai quali non si trae alcun beneficio durante la cena dello Shabbat non si è compiuta la mitzvà e la berachà è stata detta invano. [17]

I lumi non vanno posti in un luogo dove il vento può spegnerli. Per esempio non vanno accesi vicino alla porta di casa dato che la corrente d'aria che si crea aprendola può spegnerli. Se si spengono vanno riaccesi da qualcuno che non ha accettato lo Shabbat, ma senza recitare la berachà.

Vanno illuminate anche le altre stanze, corridoi o scale che si intende utilizzare la sera dello Shabbat. Nelle stanze è sufficiente che la luce giunga dal corridoio. Non si dice la berachà su questa accensione. È bene che esse rimangano accese fino a quando tutti i membri della famiglia sono andati a dormire. [18]

Note
[16] A Sukkot è preferibile accendere i lumi nella Sukkà a meno che il vento le spenga o si tema che la Sukkà possa bruciare. Altrimenti esse vanno accese in casa, preferibilmente presso una finestra che dà sulla Sukkà in modo da illuminarla.
[17] È vietato pronunciare il nome di Hashem invano.
[18] Ovviamente è proibito spegnerle. Ci si riferisce qui al caso in cui si accendano lumi a olio o candele, o al caso in cui si utilizzi un timer.

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