venerdì 2 ottobre 2009

2.2 YOM-TOV

Riferendosi a Yom-Tov [7] la Torà dice (Shemot 12, 16) «Nessuna melachà può essere compiuta in questi (giorni) eccetto ciò che deve essere mangiato da ogni persona, solo questo può essere fatto per voi».

(i) Da questo passuk impariamo che anche a Yom-Tov, come a Shabbat, si applicano le 39 melachot (attività creative) con l'eccezione però che è permesso compiere alcune attività necessarie per la preparazione del cibo («ochel nefesh»). Come vedremo molte attività normalmente associate alla preparazione del cibo rimangono comunque proibite.


(ii) D'altro canto il cibo è il prototipo di tutti i bisogni fisici dell'uomo e pertanto è permesso compiere anche altre attività volte a soddisfare alcuni bisogni o piaceri fisici.

(iii) In alcune circostanze limitate si applica il principio secondo il quale «dato («mitoch») che un'attività è permessa per il soddisfacimento dei bisogni fisici essa viene permessa anche nel caso in cui non ci sia alcun bisogno fisico». [8]

«Ochel Nefesh». Il passuk menzionato sopra dice: «eccetto ciò che deve essere mangiato da ogni persona, solo questo può essere fatto per voi». Da qui ricaviamo tre principi:

(i) si può compiere una melachà solo se essa soddisfa un bisogno comune per la maggior parte delle persone. Per esempio è pemesso scaldare l'acqua (nei modi permessi) per lavare mani e viso, dato che si tratta di necessità giornaliere per la maggioranza delle persone. Non è invece permesso scaldare l'acqua per fare il bagno dato che non è una necessità giornaliera comune per la maggioranza delle persone.

(ii) Si può compiere una melachà (tra quelle specificatamente permesse) solo se è fatta per soddisfare il bisogno di un ebreo (che osserva il Yom-Tov). Non è permesso compierla se è fatta per il beneficio di un non ebreo o per gli animali (salvo le eccezioni che Be"H vedremo a suo tempo).

(iii) L'eccezione di «ochel nefesh» è valida solo per soddisfare un bisogno del giorno di Yom-Tov e non per l'utilizzo dopo Yom-Tov (salvo le eccezioni che Be"H vedremo a suo tempo).

L'eccezione di «ochel nefesh» si applica infatti solo per attività necessarie per la celebrazione di Yom-Tov, purchè esse siano attività giornaliere comuni. La kedushà di Yom-Tov impedisce quindi di compiere una melachà per uso successivo a Yom-Tov, per persone che non lo osservano o per gli animali.

Salvo le attività specificate (che Be'H vedremo in dettaglio) le melachot rimangono identiche a quelle di Shabbat.

Note
[7] I gioni di Yom-Tov sono: Pesach (in Eretz Israel primo e settimo giorno; fuori da Eretz Israel primo, secondo, settimo e ottavo giorno), Shavuot (un giorno in Eretz Israel e due giorni fuori da Eretz Israel), Rosh Ha-Shanà (due giorni), Sukkot (un giorno in Eretz Israel, due giorni fuori da Eretz Israel), Simchat Torà / Sheminì Atzeret (sia in Eretz Israel che fuori da Eretz Israel, impropriamente considerato l'ottavo giorno di Sukkot) e Simchat Torà (solo fuori da Eretz Israel, impropriamente considerato il nono giorno di Sukkot).
[8] La comprensione dei principi non significa in alcun modo che l'individuo possa applicarli da solo e stabilire cosa sia permesso compiere e cosa non sia permesso. Ciò è compito dei Pos'kim. La comprensione dei principi ha invece il compito fondamentale di far comprendere cosa si sta facendo in modo che la mitzvà non sia melummadà (fatta solo per abitudine, come un automa). Inoltre la comprensione dei principi permette di capire quando sia necessario fare una she'elat Chacham (domanda ad un autorità rabbinica competente) perchè stabilisca quale sia l'halachà. Infine, lo studio dell'halachà, particolarmente a Shabbat e Yom-Tov, ma anche durante i giorni della settimana, è di per sè importantissima e fonte di gran gioia.

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