È una mitzvà aggiungere del tempo ai giorni di festa quali Shabbat, Yom-Tov e Yom Kippur. [1] Essa si applica sia all'ingresso che alla fine di tali giorni. I Maestri z.l. hanno espresso la mitzvà riferendosi alle due versioni dei dieci comandamenti, “Ricorda il giorno dello Shabbat per santificarlo” (Shemot 20,8), ovvero ricordalo all'inizio ricevendolo ben prima del tramonto e “Osserva il giorno dello Shabbat per santificarlo” (Devarim 5, 12), ovvero osservalo alla sua conclusione, come un uomo che vuole trattenere il suo caro amico il più a lungo possibile.
Tale mitzvà si applica sia agli uomini che alle donne. Il periodo addizionale prende il nome rispettivamente di tossefet Shabbat, tossefet Yom-Tov e tossefet Yom Ha-Kippurim. Essa non va confusa con il tempo definito come ben ha-shemashot, ovvero il tempo tra il tramonto e l'uscita delle stelle in cui siamo in dubbio se esso appartenga al giorno o alla notte. Tale periodo viene considerato come Shabbat e come tale va osservato anche se non lo si è accettato attivamente. [2]
Note
[1] Da qui in poi viene menzionato solo lo Shabbat, ma salvo indicazione diversa, ci si riferisce anche a Yom-Tov e a Yom-Kippur.
[2] Per le mitzvot de-Oraita (stabilite dalla Torà) si applica il principio safek de-Oraita le-chumra, ovvero di essere rigorosi quando ci si trova di fronte ad un dubbio che riguarda una mitzvà de-Oraita. Pertanto, le attività che sono proibite a Shabbat (melachot) sono proibite anche durante questo periodo anche se non si è ricevuto lo Shabbat. Per le proibizioni de-Rabbanan (stabilite dai Maestri z.l.) vi sono alcune circostanze in cui è permesso compierle durante questo periodo, ma solo se la comunità non ha già ricevuto lo Shabbat. Vi sono diverse opinioni riguardo all'estensione del periodo ben ha-shemashot, le cui ripercussioni sono varie.
Tale mitzvà si applica sia agli uomini che alle donne. Il periodo addizionale prende il nome rispettivamente di tossefet Shabbat, tossefet Yom-Tov e tossefet Yom Ha-Kippurim. Essa non va confusa con il tempo definito come ben ha-shemashot, ovvero il tempo tra il tramonto e l'uscita delle stelle in cui siamo in dubbio se esso appartenga al giorno o alla notte. Tale periodo viene considerato come Shabbat e come tale va osservato anche se non lo si è accettato attivamente. [2]
Note
[1] Da qui in poi viene menzionato solo lo Shabbat, ma salvo indicazione diversa, ci si riferisce anche a Yom-Tov e a Yom-Kippur.
[2] Per le mitzvot de-Oraita (stabilite dalla Torà) si applica il principio safek de-Oraita le-chumra, ovvero di essere rigorosi quando ci si trova di fronte ad un dubbio che riguarda una mitzvà de-Oraita. Pertanto, le attività che sono proibite a Shabbat (melachot) sono proibite anche durante questo periodo anche se non si è ricevuto lo Shabbat. Per le proibizioni de-Rabbanan (stabilite dai Maestri z.l.) vi sono alcune circostanze in cui è permesso compierle durante questo periodo, ma solo se la comunità non ha già ricevuto lo Shabbat. Vi sono diverse opinioni riguardo all'estensione del periodo ben ha-shemashot, le cui ripercussioni sono varie.
Domanda: Se tosefet yom tov e' mideoraita, come si fa con yom tov sheni? Se ne anticipi l'accettazione (ad esempio candele), implicitamente riduci la lunghezza di yom tov rishon. Oppure il concetto e' semplicemente legato ad aggiungere dal profano al sacro, e siccome sei gia' nel sacro non c'e bisogno di anticipare? -Giovanni
RispondiEliminaRisposta. La seconda opzione e' quella corretta. Quando definisce il concetto di Tossefet, la Ghemara' (Rosh Ha-Shana' 9a) utilizza infatti l'espressione "aggiungere kodesh al chol". Anche se tra un giorno di Yom Tov e quello successivo il problema di astensione dalla melacha' non si pone, stiamo generalmente attenti a non compiere durante il primo giorno attivita' relative al secondo giorno (arvit, candele, kiddush) anche per non trasgredire la proibizione di preparare da un giorno di Yom Tov al giorno di Yom Tov successivo. Se Yom Tov segue lo Shabbat (per esempio questo Rosh HaShana') si fa l'avdala' al termine di Shabbat (ha-mavdil ben kodesh le-kodesh) dato che vi e' una differenza tra la kedusha' di Shabbat e quella di Yom-Tov. Ma se e' lo Shabbat a seguire il Yom Tov, in molte comunita' ci si astiene anche solo dal cantare Lecha' Dodi' proprio per non menzionare l'accettazione dello Shabbat durante Yom Tov, mentre i lumi vanno invece accesi comunque prima del tramonto - Michele Cogoi
LA REDAZIONE HA RICEVUTO QUESTO COMMENTO: Una nota psicologica che forse si potrebbe aggiungere: lo shabbat inizia quando noi lo facciamo iniziare, quando noi lo accettiamo, non meramente quando le lancette si allineano in un certo modo. C'e' bisogno del nostro intervento. In altre parole, siamo noi che in qualche modo "creiamo" lo shabbat, al di la' della sua presenza assoluta come tempo astronomico a noi esterno.
RispondiEliminaQuesta e' una cosa che mi ha sempre colpito, da quando ho iniziato a essere shomer shabbat. L'esperienza dello shabbat che hai se stai li' fermo sul divano a guardare l'orologio e pensi "ok, adesso e' iniziato" ma continui a stare li' fermo sul divano a non fare niente, questa esperienza e' diametralmente opposta a quella in cui ti prepari per shabbat, ti fai la doccia, ti metti vestiti puliti e eleganti, esci, vai a pregare, e "fai entrare" lo shabbat attivamente con azioni e parole. La prima e' un'esperienza monca dello shabbat, mutilata e privata del suo spirito vitale, cosi' presente nella seconda. - Giovanni
LA REDAZIONE AGGIUNGE: L'analisi psicologica e' ottima e si puo' forse trovare un appoggio nell'halacha'. Secondo i Maestri z.l., la tossefet shabbat va di pari passo con la neshama' yetera' (la dose di spiritualita' ulteriore) che caratterizza lo Shabbat. Secondo il Kaf Ha-Chaim (che ho menzionato) se Yom-Kippur cade di Shabbat, a causa del digiuno non vi e' neshama' yetera' e pertanto non si accetta lo Shabbat anticipatamente. La tua spiegazione e' compatibile: e' attraverso l'accettazione anticipata che "diamo" spiritualita' allo Shabbat.
Bisogna pero' fare attenzione che le "spiegazioni" della mitzva' sono un modo, spesso soggettivo, attraverso il quale relazionarsi e crescere nell'osservanza della mitzva'. Non va pero' dimenticato che la vera "ragione" della mitzva' e' che la compiamo perche' ci e' stata comandata da Ha-Kadosh Baruch-Hu' - Michele Cogoi