mercoledì 23 settembre 2009

6.2 QUANDO VIENE ACCETTATO

Vi sono diverse opinioni riguardo a quanto tempo sia necessario aggiungere all'inizio dello Shabbat. Come minimo l'accettazione dello Shabbat deve avvenire subito prima del tramonto del sole, ma è preferibile accettarlo mezz'ora o perlomeno venti minuti prima del tramonto, in modo da rispettare tutte le opinioni a riguardo. (S) Secondo Rav O. Yosef shlit'a è sufficiente ricevere lo Shabbat da una decina di minuti a un quarto d'ora prima del tramonto, ma è preferibile farlo venti minuti prima.

Lo Shabbat può essere accettato solo dopo p'lag ha-minchà, ovvero non prima di un ora e un quarto variabile (zemanit) [3] prima del tramonto del sole. Non ha alcun valore accettare lo Shabbat prima di tale ora. Esistono calendari che specificano questi orari. Si abbia cura di verificare se il calendario tiene conto dell'ora legale.

Il venerdì pomeriggio è importante che la tefillà di minchà termini ben prima del tramonto in modo da poter accettare lo Shabbat, se non mezz'ora o venti minuti prima, almeno qualche istante prima del tramonto. Qualora i membri del minian cominciassero tardi la tefillà di minchà ed essa non finisse prima del tramonto, è preferibile incominciare a pregare da soli per finire in tempo e compiere la mitzvà di tossefet Shabbat piuttosto che pregare allo stesso tempo in cui prega il minian. [4] Va notato che una volta che si sia accettato lo Shabbat prima del tramonto, non si può più recitare minchà. [5] Nel caso in cui si fosse accettato lo Shabbat prima di aver detto minchà, è possibile, a posteriori, non perdere la tefillà di minchà ripetendo l'amidà di venerdì sera due volte. [6] (S) Secondo Rav O. Yosef shlit'a e Rav B.Z. Abba-Shaul è invece preferibile dire la minchà con il minian anche dopo aver accettato lo Shabbat (in Eretz Israel la minchà va detta entro 13 ½ minuti dopo il tramonto).

In una città in cui vi è un solo bet ha-kenesset, l'individuo non può più compiere alcuna melachà dal momento in cui al bet ha-kenesset [7] si riceve lo Shabbat in uno dei modi menzionati sopra (Boi Ve-Shalom, Mizmor Shir Le-Yom Ha-Shabbat o Barechù). Ciò vale sia per chi non ha ancora raggiunto il bet ha-kenesset (per esempio un uomo che ha fatto tardi) sia per chi, per qualsiasi motivo, non vi si reca. In particolare la donna deve fare attenzione ad accendere i lumi dello Shabbat prima che al bet ha-kenesset si sia accettato lo Shabbat. [8]

In una città in cui vi sia più di un bet ha-kenesset, l'accettazione dello Shabbat in uno o più bate' kenesset (anche se sono la maggioranza) non influenza coloro che pregano negli altri bate' kenesset. Inoltre, l'accettazione dello Shabbat da parte di un bet ha-kenesset non influenza l'accettazione dello Shabbat da parte dei membri che non siano presenti. [9] Per i membri non presenti l'accettazione avviene quando la maggior parte dei bate' kenesset hanno ricevuto lo Shabbat. Per i membri presenti, l'accettazione avviene quando si incomincia la tefillà di Shabbat, come menzionato sopra. [10] Per la moglie, lo Shabbat inizia quando il bet ha-kenesset dove prega normalmente il marito riceve lo Shabbat e pertanto deve accendere i lumi dello Shabbat prima di tale momento.

Si faccia attenzione che in alcuni casi i calendari (su carta o internet) indicano l'ora di accensione dei lumi (per le comunità italiane l'uso è da 18 a 30 minuti prima del tramonto), ma può essere che, specialmente dei mesi estivi, la tefillà di Shabbat inizi prima di tale ora. Ciò vale soprattutto nelle piccole comunità dove vi è un solo bet ha-kenesset, ma vale anche nelle comunità con più bate' kenesset nel caso in cui la maggioranza di essi accetti lo Shabbat prima di tale ora. In altri casi, è invece indicata l'ora della tefillà di minchà. Bisogna fare attenzione che nei mesi estivi tale ora può essere fissata prima di p'lag ha-minchà e pertanto non è ancora permesso accettare lo Shabbat.

Note
[3] La durata di un'ora zemanit varia di giorno in giorno dato che dipende dalla durata della giornata. Un'ora zemanit è ottenuta dividendo per dodici le ore di luce (dal sorgere del sole al suo tramonto) della giornata in questione. Nelle giornate d'estate un'ora zemanit è più lunga e d'inverno è più corta. Per rendere l'idea, se d'estate la giornata durasse 16 ore, un'ora zemanit durerebbe 1 ora e 20 minuti d'orologio e pertanto plag-ha-minchà sarebbe 1 ora e 40 minuti d'orologio prima del tramonto del sole. D'inverno, se la giornata durasse 8 ore, un'ora zemanit durerebbe 40 minuti d'orologio e plag-ha-michà sarebbe 50 minuti d'orologio prima del tramonto del sole.
[4] Salvo l'eccezione qui menzionata, nei casi normali è invece importante recitare l'amidà individuale (che si dice a bassa voce) assieme agli altri membri del minian.
[5] È possibile accettare lo Shabbat prima del tramonto dopo aver terminato l'amidà individuale, per esempio recitando il salmo Mizmor Shir Le-Yom Ha-Shabbat. È permesso rispondere alla Kedushà di minchà anche dopo aver accettato lo Shabbat.
[6] La prima amidà è quella del venerdì sera. La ripetizione della stessa (tashlumim) è per “recuperare” la tefillà di minchà, ma dato che viene detta quando è già Shabbat, non può più essere la tefillà dei giorni feriali, ma è quella del venerdì sera.
[7] Perchè l'accettazione si estenda a chi non è presente, c'è bisogno che al bet ha-kenesset sia presente la maggior parte dei membri della comunità che normalmente partecipano alla tefillà.
[8] Nel caso in cui non ha acceso i lumi, se al bet ha-kenesset è già stato ricevuto lo Shabbat, ma non è ancora giunto il tramonto, per compiere la mitzvà si deve chiedere ad un non ebreo di accenderli.
[9] Un bet ha-kenesset in cui vi siano due minianim, uno in cui si accetta Shabbat ben prima del tramonto e l'altro in cui lo si accetta a ridosso del tramonto, sono considerati come due bate' kenesset.
[10] Va notato che mentre l'accettazione individuale dello Shabbat comporta l'obbligo di non compiere le melachot e non permette più di recitare la minchà di venerdì, l'accettazione collettiva comporta solo l'obbligo di non compiere le melachot, ma è ancora permesso recitare minchà.

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