L’av melachà di tochen (macinare) consiste nel processo attraverso il quale le spezie venivano macinate e ridotte in polvere per tingere i teli del mishkan (santuario mobile usato nel deserto). Oltre a macinare, la melachà di tochen include attività quali tagliare a pezzetti o finemente, schiacciare, pestare, tritare, grattugiare e ogni altra attività in cui si divide qualcosa in piccoli pezzi. [1]
Tratteremo inizialmente le halachot relative allo Shabbat. Quelle relative a Yom-tov, che differiscono notevolmente rispetto a quelle di Shabbat, verranno trattate alla fine.
Le melachà si applica (i) ai casi in cui vengono divisi i pezzi uno dall'altro, sia in polvere (per esempio la farina) che in piccoli pezzettini (per esempio una patata tagliata a cubetti) e (ii) al caso in cui il risultato sia un impasto unico (per esempio la polpa della banana schiacciata).
La definizione di cosa significhi esattamente “in piccoli pezzettini” non è precisa e pertanto ci si astiene dal tagliare oggetti in pezzi considerati normalmente piccoli.
Strumenti che non possono essere utilizzati. Nei casi in cui è permesso macinare (che vedremo nel prossimo capitolo) è permesso farlo solo se non si usa uno strumento apposito, come ad esempio un tritacarne, un frullatore, un macinino, un mortaio, una grattugia o anche un coltello da cucina utilizzato normalmente per tagliare a pezzettini. Tale proibizione rientra nella categoria di «uvda de-chol», ovvero quelle attività che sono proibite a Shabbat in quanto tipiche degli altri giorni della settimana. I tagliauova e le affettatrici (per esempio del pane e dei salumi) non sono considerati strumenti per macinare ed è pertanto permesso utilizzarli. [2]
Cibi soggetti alla proibizione. La melachà si applica a tutto ciò che cresce o deriva dalla terra («ghidule karka»). Oltre alla frutta e alla verdura, questa categoria include anche il sale, le zolle di terra, i tronchi d’albero e i metalli. Non è permesso quindi sgretolare della terra, [3] ridurre un tronco in pezzi e in segatura e così via. Le uova, la carne, il pesce e il formaggio non vengono considerati derivati della terra ed è quindi possibile ridurli in pezzi o macinarli. Anche per i cibi non soggetti alla melachà, è permesso tagliarli a piccoli pezzettini con una forchetta o un coltello, ma non utilizzando strumenti appositi.
Ci concentreremo per ora sulle halachot inerenti i cibi.
Note
[1] Questi termini sono usati qui in modo intercambiabile, salvo “schiacciare” che in un caso (che specificheremo) ha un trattamento halachico diverso.
[2] Ovviamente ci si riferisce qui a strumenti manuali dato che non possono essere utilizzati a Shabbat strumenti attivati elettricamente.
[3] La terra normalmente è mukze e non può quindi essere spostata ancor prima di essere sgretolata.
Tratteremo inizialmente le halachot relative allo Shabbat. Quelle relative a Yom-tov, che differiscono notevolmente rispetto a quelle di Shabbat, verranno trattate alla fine.
Le melachà si applica (i) ai casi in cui vengono divisi i pezzi uno dall'altro, sia in polvere (per esempio la farina) che in piccoli pezzettini (per esempio una patata tagliata a cubetti) e (ii) al caso in cui il risultato sia un impasto unico (per esempio la polpa della banana schiacciata).
La definizione di cosa significhi esattamente “in piccoli pezzettini” non è precisa e pertanto ci si astiene dal tagliare oggetti in pezzi considerati normalmente piccoli.
Strumenti che non possono essere utilizzati. Nei casi in cui è permesso macinare (che vedremo nel prossimo capitolo) è permesso farlo solo se non si usa uno strumento apposito, come ad esempio un tritacarne, un frullatore, un macinino, un mortaio, una grattugia o anche un coltello da cucina utilizzato normalmente per tagliare a pezzettini. Tale proibizione rientra nella categoria di «uvda de-chol», ovvero quelle attività che sono proibite a Shabbat in quanto tipiche degli altri giorni della settimana. I tagliauova e le affettatrici (per esempio del pane e dei salumi) non sono considerati strumenti per macinare ed è pertanto permesso utilizzarli. [2]
Cibi soggetti alla proibizione. La melachà si applica a tutto ciò che cresce o deriva dalla terra («ghidule karka»). Oltre alla frutta e alla verdura, questa categoria include anche il sale, le zolle di terra, i tronchi d’albero e i metalli. Non è permesso quindi sgretolare della terra, [3] ridurre un tronco in pezzi e in segatura e così via. Le uova, la carne, il pesce e il formaggio non vengono considerati derivati della terra ed è quindi possibile ridurli in pezzi o macinarli. Anche per i cibi non soggetti alla melachà, è permesso tagliarli a piccoli pezzettini con una forchetta o un coltello, ma non utilizzando strumenti appositi.
Ci concentreremo per ora sulle halachot inerenti i cibi.
Note
[1] Questi termini sono usati qui in modo intercambiabile, salvo “schiacciare” che in un caso (che specificheremo) ha un trattamento halachico diverso.
[2] Ovviamente ci si riferisce qui a strumenti manuali dato che non possono essere utilizzati a Shabbat strumenti attivati elettricamente.
[3] La terra normalmente è mukze e non può quindi essere spostata ancor prima di essere sgretolata.
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