lunedì 6 dicembre 2010

CHASHMONAIM: GLI EROI DI CHANUKKA'

Adattato da una drashà di Rav David Zacut Modena (Zecher David, 1836)

All'inizio della parashà di Baalotechà (Bamidbar 8, 1), il Ramban (Nachmanide) cita il seguente midrash. Quando Aharon Ha-Cohen vide che i leader delle tribù d'Israele portarono delle offerte sacrificali per la chanukkà (inaugurazione) del Mishkan (santuario mobile) nel deserto, se ne risentì perchè un torto veniva fatto nei confronti della tribù di Levi, di cui egli era il leader, e la quale non prese parte a tale inaugurazione.


Ha-Kadosh Baruch-Hù rassicurò Aharon promettendogli che vi sarà un'altra inaugurazione in cui miracoli e salvezze avverranno per mano della tribù di Levi. Si tratta della reinaugurazione (channukkà) del Bet Ha-Mikdash sconsacrato dai greci che avverrà per mano dei Chashmonaim (Asmonei), i quali erano Cohanim e quindi parte della tribù di Levi. Per questo motivo la porzione della Torà relativa all'accensione della Menorà segue immediatamente quella relativa all'inaugurazione del Mishkan.

Innanzitutto non è chiaro perchè Aharon si risentì del fatto che le altre tribù portarono delle offerte sacrificali e non la tribù di Levi. In fin dei conti quasi la totalità delle attività che si compiono nel Bet Ha-Mikdash avvengono proprio per mano di Levim e Cohanim. Perchè tanta importanza viene data all'inaugurazione?

Inoltre Aharon chiese un onore per la tribù di Levi nell'inaugurazione del Mishkan nel deserto. In che modo l'animo di Aharon si placò con il fatto che parecchie generazioni più tardi vi sarà un'altra inaugurazione per mano della tribù di Levi?

È noto che uno dei decreti dei greci contro Am Israel fu quello di imporre di scrivere sulle corna del bue “non avete porzione nel D-o d'Israele”. I Maestri spiegano che con questo decreto i greci intendevano alludere al fatto che con il Chet Ha-Eghel (l'episodio del vitello d'oro) Am Israel si era irrimediabilmente allontanato da Ha-Kadosh Baruch-Hù e per questo non aveva più “porzione nel D-o d'Israele”.

Dato che la tribù di Levi non prese parte all'episodio del vitello d'oro, i Chashmonaim, membri della tribù di Levi, costituiscono essi stessi la risposta più consona alla rivendicazione dei greci, meritando quindi che i miracoli, le salvezze e la reinaugurazione del Bet Ha-Mikdash ai tempi di Chanukkà avvenissero per mano loro.

Nella parashà di Ve-zot ha-berachà Moshè Rabbenu benedice la tribù di Levi promettendo di essere vittoriosi contro i loro nemici (Devarim 33-11). Il midrash (citato da Rashi in loco) spiega che è grazie a questa berachà che i Chashmonaim vinceranno contro i greci.

Inoltre, prosegue il midrash, per merito di questa berachà “verrano molti e cadranno per mano di pochi” con riferimento al miracolo di Chanukkà nel quale un manipolo di cohanim ghedolim studiosi di Torà (i Chashmonaim) vinsero contro la moltitudine ben armata di greci.

Quest'ultimo midrash sembra contraddire quello precedente. Qual è il merito grazie al quale i Chashmonaim vinsero: il fatto che la tribù di Levi non prese parte all'episodio del vitello d'oro o la berachà di Moshè Rabbenu?

Inoltre, cosa fece ritenere a Moshè Rabbenu che i Leviim meritassero che i miracoli e salvezze di Chanukkà avvenissero per mano loro?

Infine, la berachà di Moshè Rabbenu dice solo che i Leviim sconfiggeranno i propri nemici. Da dove ricava il midrash il fatto che grazie alla berachà di Moshè “verranno molti (greci) e cadranno per mano di pochi (Chashmonaim)”?

Rav David Zacut Modena, nel suo commento alla Torà (Zecher David, Livorno 1836, ristampato a Yerushalaim 2000) cita un ulteriore midrash (Sifri) che spiega la berachà di Moshè Rabbenu alla tribù di Levi.

È noto che l'onore della tribù di Levi venne intaccato con l'episodio di Dina, quando Shimon e Levi uccisero “a tradimento” gli abitanti di Shchem per il fatto che la sorella Dina sposò uno di loro (Bereshit 34). Il midrash spiega che con l'episodio del vitello d'oro tale onore venne riparato. In che modo? Moshè Rabbenu si fermò alle porte dell'accampamento e disse “Chi è per Ha-Shem venga con me!” (Shemot 32, 26). I Leviim seguirono l'invito di Moshè Rabbenu, presero la spada e uccisero circa tremila ebrei che avevano peccato nell'episodio del vitello d'oro, vendicando in questo modo l'onore di Ha-Shem e riparando il disonore dei tempi di Dina.

Questo midrash risolve tutte le nostre difficoltà.

Innanzitutto non vi è contrasto tra il midrash che dice che i miracoli di Chanukkà avvennero per mano della tribù di Levi per il merito acquisito non partecipando all'episodio del vitello d'oro e il midrash che dice che meritarono la vittoria di Chanukkà grazie alla berachà di Moshè Rabbenu. L'episodio del vitello d'oro è infatti il motivo per il quale Moshè Rabbenu ritenne di benedire la tribù di Levi.

Inoltre un numero esiguo di Leviim combattè e sconfisse un numero ben più elevato di Bene' Israel peccatori con il vitello d'oro. Ed è questo il merito a cui si riferisce il midrash quando dice che i Chashmonaim meritarono che “vennero molti (greci) e caddero per mano di pochi (Chashmonaim)”.

Infine, se ai tempi di Dina l'uccisione dei figli di Shchem fu un episodio di dissacrazione del Nome di Ha-Shem, lo zelo dimostrato con l'uccisione dei peccatori del vitello d'oro costituì invece una santificazione del Nome. E si trattò quindi di una “riparazione” dell'onore leso ai tempi di Dina.

Sappiamo che il Mishkan costituisce espiazione per l'episodio del vitello d'oro. Prova ne è che il passuk dice riferendosi al Mishkan, “E costruirete per un Mikdash e risiederò tra di voi” (Shemot 25, 8).

Comprendiamo quindi il midrash originale citato da Ramban.

Quando Aharon vide che i leader delle tribù d'Israele vennero a portare le offerte sacrificali in riparazione dell'episodio del vitello d'oro, Aharon se ne risentì. Se è vero che la tribù di Levi non portò nessuna offerta “riparatoria” perchè non aveva partecipato all'episodio del vitello d'oro, d'altro canto non vi era nulla che dimostrasse che la tribù di Levi aveva “riparato”, con il proprio zelo dimostrato nel deserto, l'onore leso ai tempi di Dina. Ed era questo fatto che “infastidiva” Aharon.

La risposta ad Aharon è così compresa. Hakadosh Baruch-Hù rassicurò Aharon dicendo che vi sarà un'altra inaugurazione ai tempi dei Chashmonaim la quale avverrà per il merito di aver ripristinato l'onore intaccato ai tempi di Dina con lo zelo dimostrato nel santificare il Nome durante l'episodio del vitello d'oro. E sentendo ciò Aharon ottenne il conforto che cercava.

Infatti non solo la reinaugurazione del Bet Ha-Mikdash, ma anche i lumi stessi di Chanukkà che accendiamo in questi giorni due millenni dopo la distruzione del Bet Ha-Mikdash, sono testimonianza “eterna” del ripristinato onore della tribù di Levi.

Possa il Bet Ha-Mikdash essere ricostruito rapidamente ai nostri giorni.

Chanukkà sameach!

Michele Cogoi
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Un'iniziativa di mikeamchaisrael.blogspot.com per il mondo ebraico italiano

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